Reggio Calabria
Dove sorge il
sole. 
Le misteriose
tracce di un grande passato...
Reggio (Rhegion) fu fondata da coloni di Calcide, città
dell'Isola di Eubea, nell'ottavo secolo avanti Cristo.
La sua posizione
geografica e un governo illuminato ne fecero presto
una della capitali della Magna Grecia.
La storia antica di Reggio segue passo passo le grandi
vicende del Mediterraneo; dalle lotte contro i Persiani
e gli Etruschi ai rapporti ora d'alleanza ora di
competizione con Cartagine, dai legami con la madre
Grecia, che la videro alleata di Atene nella guerra
contro Sparta, ai continui conglitti con i tiranni
siciliani. In particolar con quelli di Siracusa, che nel
quarto secolo avanti Cristo l'ebbe sotto il suo dominio.
Città commerciale e
guerriera fu conquistata dai Romani nel terzo
secolo A.C. e, dopo essere stata federata, divenne
municipio romano nell'89 A.C.
Sotto l'impero conservò a lungo la lingua e i caratteri
greci, e la sua
favorevole posizione geografica la salvò dalla
generale decadenza che colpì la regione nei
primi secoli dopo Cristo.
I frequenti sismi che nei secoli hanno colpito la città
(i più distruttivi furono quelli del 1783 e sopratutto
quello del 1908) hanno lasciato pochi segni di questo
grande passato, rimangono tuttavia resti di mura
preromane, ruderi di un tempio del V secolo, un Odeon e
una tomba di età ellenistica e le terme romane, con
pavimento a mosaico.



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La Cattedrale
intitolata a Maria SS. Assunta
in Cielo, sorge nell'area
centrale del Comune,
precisamente di fronte piazza
Duomo e fa parte della I Zona
Pastorale di Reggio Centro. Le
sue origini sono legate a
vicende storiche durante le
quali Reggio è stata soggetta a
diverse dominazioni tra le quali
quella bizantina che sottrasse
la chiesa reggina al pontefice
romano, ponendola sotto il
patriarca di Costantinopoli, per
proseguire con l'avvento dei
normanni (1061), che l'hanno
restituita all'antichità
ecclesiastica romana; quindi
lasciata ai greci l'antica
cattedrale con il titolo di
cattolica, costruirono la
cattedrale con tipologia a tre
navate. 
Uno di
essi, un ebreo piccolo di statura, col volto sfinito e
gli occhi sfolgoranti, si avvicinò al tempio e con voce
tonante cominciò a parlare alla folla, che si raccolse
subito intorno a lui, levando in alto le fiaccole per
guardare il suo volto.
Una maestosa fiamma si
levò, illuminando i volti della folla sbalordita, mentre
il prigioniero continuava a stupire col suo discorso al
punto che tutti i presenti emisero un urlo di terrore e
caddero in ginocchio chiedendo a gran voce di essere
battezzati.